I neogenitori con bambini di 1-2 mesi lo sanno bene: nel tardo pomeriggio/sera puntuale come un orologio svizzero scatta l’ora “X” in cui il proprio bambino piange ininterrottamente anche per diverse ore.
Spesso il bambino, in questi momenti, passa da uno stato di sonno (leggero) ad una veglia agitata fatta per lo più di pianto e urla. Va subito chiarito che non tutti i bambini passano questa fase (che va di solito dalla seconda/terza settimana al 3° mese di vita) nello stesso modo. Alcuni attraversano questi primi mesi con poche giornate “no”, per altri invece è un appuntamento quotidiano. Da cosa dipende questa irrequietezza e cosa si può fare per aiutare il bambino (ma anche i genitori, che si sentono impotenti davanti le urla strazianti e inconsolabili del proprio bambino) ad affrontare il fine giornata? Va innanzitutto specificato che spesso questa irrequietezza coinvolge soprattutto bambini molto sensibili e con un sistema nervoso ancora immaturo. Molti autori, infatti, sostengono che il neonato, pur avendo un bagaglio di competenze necessarie per la sopravvivenza, viene al mondo ancora immaturo per affrontare tutti gli stimoli a cui quotidianamente viene sottoposto. Attraverso il pianto il bambino quindi esprime il suo disagio, il desiderio di allontanare luci o stimoli eccessivi al fine di ritrovare delle condizioni che gli permettano di ripristinare un nuovo equilibrio. Saranno ancora necessari infatti altri 3 mesi affinchè il bambino riesca ad adattarsi al mondo esterno e non arrivare a fine giornata sovraccarico. Ecco perchè dopo il terzo mese di solito i pianti serali iniziano a diminuire e a scomparire del tutto…
Poniamoci, quindi, nei panni del nostro piccolo appena venuto al mondo: è passato da un ambiente, quello dell’utero, avvolgente e caldo ad un ambiente in cui deve imparare a regolare la temperatura corporea e a trovare confini. Inoltre se ci pensiamo bene mentre era nel pancione della mamma il bimbo non si trovava immerso nel silenzio ma il battito cardiaco e i vari suoni provenienti dal corpo materno lo hanno accompagnato per diversi mesi. Infine, qui mi rivolgo soprattutto alle neomamme, vi ricordate come durante il giorno difficilmente sentivate il piccolo muoversi e quando andavate a dormire iniziava a scatenarsi? Questo succedeva perchè il vostro movimento lo cullava e favoriva il suo sonno…
Quindi in base a quello che ho descritto fino ad ora vediamo quali facilitazioni possiamo utilizzare quando il neonato si mostra irrequieto a fine giornata:
- Cerchiamo di ricreare quell’ambiente che lo ha contenuto e avvolto per nove mesi, quindi pensiamo innanzitutto a fasciarlo con un copertina leggera o, se siete nel periodo estivo, con un lenzuolino di tessuto traspirante. In questo modo darete al vostro bambino dei confini e avrà la possibilità di riprendere il controllo dei movimenti.
- Un altro aiuto può venire dal cosiddetto rumore bianco (per approfondimenti cliccare il link) che simula i rumori in cui il bambino è stato immerso per diversi mesi.
- L’uso del ciuccio. Superate le prime settimane in cui l’allattamento deve avviarsi e assestarsi, può essere di aiuto offrire il ciuccio poichè, attraverso la suzione, il bambino può rilassarsi o affrontare il fastidio di eventuali coliche.
- Infine non sottovalutate il potere tranquillizzante del cullare. Che sia in braccio, tramite uso della fascia o nel passeggino, il bambino rivive quella sensazione di benessere che gli permetterà di rilassarsi e lasciarsi andare ad un sonno più profondo.
dott.ssa Cinzia Caltabiano
Pedagogista ed Educatrice prenatale e neonatale
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“Quando nasce una mamma…”